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Sopralluogo all'Archivio Pelliccia Remedi

Stemma della famiglia Remedi

Visita a cura di Luca Faldi

Soprintendenza Archivistica della Toscana

Il complesso archivistico, pervenuto agli attuali proprietari da successione ereditaria in linea femminile della famiglia aristocratica di Sarzana Remedi, comprende sia documenti Remedi relativi ai secoli XVIII e XIX sia documenti Pelliccia, in particolare l’archivio di Ferdinando Pelliccia, scultore e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Carrara tra il 1846 e il 1895.

Fra le carte prodotte dalla famiglia Remedi, si segnalano contratti e documentazione fiscale e giuridica dei secoli XVIII e XIX. Ad esse sono inoltre uniti documenti della famiglia genovese dei Furia, costituiti, per la quasi totalità, da manoscritti relativi a normative, formulari, sentenze del secolo XVIII. Di particolare evidenza, in quanto già segnalate nella dichiarazione di notevole interesse storico emessa nel 1965, sono i registri relativi alla “vicinanza” di Carrara per gli anni 1570 – 1592; 1768; 1781 – 1864 (questi ultimi in unione con la comunità di Codena), importanti fonti per la conoscenza delle vicende amministrative e fiscali del territorio carrarino.

I documenti Pelliccia sono per la quasi totalità prodotti dallo scultore e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e si configurano come un archivio di persona e, nello specifico, come l’archivio di un artista-docente. Carteggio, disegni, schizzi, manoscritti, sono le tipologie documentali presenti e coprono senza lacune tutto il periodo di attività di Ferdinando. Esigui sono i documenti provenienti dall’archivio familiare, il più antico dei quali risale al secolo XVIII. Parte integrante e aggregata all’archivio dello scultore, sono anche gli opuscoli a stampa del secolo XIX, appositamente elencati, poiché risultano essere stati strumenti per il lavoro e costituiscono anche una importante testimonianza di vicende private e di rapporti amicali vissuti dallo stesso Ferdinando.

Questo archivio “di confine”, proveniente cioè da una zona che è politicamente toscana ma storicamente ha vissuto in autonomia tra due pressanti vicini, la Repubblica di Genova e la Repubblica Fiorentina e poi il Granducato di Toscana, come territorio di un ducato appartenente ai Malaspina, per finire poi, per ragioni dinastiche, sotto l’antico stato modenese nel secolo XVIII prima di divenire provincia della regione Toscana negli anni successivi all’Unità d’Italia, arricchisce il complesso non ampio di fonti archivistiche di età moderna prodotte da famiglie aristocratiche relative ad un territorio che risulta esserne poco dotato. Le carte di Ferdinando Pelliccia rivestono poi un rilievo notevolissimo come fonti per la conoscenza della scultura italiana del secolo XIX nei suoi anni centrali, specie nel primo ventennio unitario, in quanto l’attività di docenza nell’Accademia diede vita ad una scuola di scultura, particolarmente legata alla commemorazione, destinata ad incontrare le aspettative di una classe politica animata dalla volontà di celebrare uomini e momenti dell’epopea risorgimentale, e i cui esiti sono ancora visibili in numerose piazze italiane.

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