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La vetrina dei segreti

A cura di Luca Madrignani, 25 giugno 2015

Il Diario del Maresciallo Maggiore della Guardia di Finanza Rizieri Pileri

Una delle pagine del Diario di Rizieri Pileri
Archivio del CPLN - Comitato Provinciale di Liberazione di Apuania di Carrara

Questo documento è conservato a Carrara, nell'Archivio del CPLN - Comitato Provinciale di Liberazione di Apuania di Carrara

Il Diario del Maresciallo Maggiore della Guardia di Finanza Rizieri Pileri non è, in realtà, un diario. Non si pensi ad un inganno da parte dell’autore, che non titola e non definisce il proprio scritto la cui reale natura è però svelata fin dalle prime righe, dove Pileri dedica il frutto del lavoro alla moglie ed al figlio lontani e dichiara l’intenzione di far loro conoscere le proprie disavventure al termine della guerra.
L’esperienza di vita di Rizieri Pileri negli anni 1940-47 ha nel movimento resistenziale una sponda con la quale il Maresciallo della Guardia di Finanza entra in contatto in diversi frangenti.
Pileri era stato richiamato in servizio dal regime allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e dalla sua residenza di Pegli era stato mandato a Carrara con funzioni di controllo sui movimenti dei generi alimentari. I primi tre anni passati in Apuania furono tranquilli, a tratti addirittura monotoni.

In questi tre anni la guerra è fisicamente ancora lontana ed i suoi echi giungono dapprima attraverso la propaganda di regime, poi con le sofferenze e le privazioni legate al quotidiano ed allo scarseggiare dei generi di prima necessità, infine con le bombe alleate che si avvicinano sempre più fino all’8 settembre del 1943, dopodiché diverranno una presenza costante, quotidiana.
Quello stesso Stato che aveva richiamato il Maresciallo Pileri a servire la causa della vittoria, egli aveva visto sgretolarsi all’indomani della proclamazione dell’armistizio. E’ forse questo il grande evento storico che Pileri riesce a comprendere e narrare con più efficacia.
Il ritmo veloce scandito dalla memoria/diario – in particolar modo da quando esso assume la seconda tra le due forme – rende l’idea di un periodo di straordinaria intensità quali furono per l’Italia gli anni della guerra; nonostante ciò il taglio resta quello dell’esperienza intima ed individuale.
Rizieri Pileri registra tutti gli avvenimenti degni di nota del periodo resistenziale apuano quali il bando di sfollamento della città di Carrara del 7 luglio, la successiva protesta delle donne avvenuta l’11, in mezzo la cattura e la tortura di alcuni partigiani catturati dalla Brigata Nera, l’assalto alla caserma fascista da parte dei GAP carraresi il 14 luglio, ma anche i coprifuoco, la carestia, le distruzioni, i semplici incidenti. Il quadro di Pileri è sicuramente dettagliato e, per quanto gli fu possibile, completo di tutti gli aspetti della vita in guerra legati alle difficoltà quotidiane della popolazione ed alla precarietà della vita umana in quel tempo.

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