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Sopralluogo all'Archivio di Jolanda De Blasi

Jolanda De Blasi

Visita a cura di Silvia Baggio e Luca Faldi

Soprintendenza Archivistica della Toscana

Nel corso del 2013, durante lo svolgimento del progetto di inventariazione dell’archivio di Giovanni e Maria Pascoli, fu riscontrato un corpus di lettere indirizzate a Maria da Jolanda De Blasi che aveva tenuto, alla presenza della principessa di Piemonte, il discorso di chiusura delle manifestazioni celebrative organizzate in occasione del venticinquesimo anniversario della morte del poeta, nel 1937. La volontà di sapere di più su questa figura che aveva avuto un incarico non di poco conto in quell’anno pascoliano e di cui si era perso il ricordo, ha portato la Soprintendenza Archivistica a indagare e a recarsi a Livorno dove i documenti di Jolanda De Blasi erano stati conservati grazie alle cure di un bisnipote l’avvocato Umberto De Blasi. Già organizzati in faldoni sono stati rinvenuti carteggi, minute, bozze, articoli a stampa. Un tipico archivio di personalità della cultura, quindi, lasciato da una figura femminile che tra gli anni dieci e gli anni quaranta del Novecento era davvero molto nota, soprattutto a Firenze.

Firenze, infatti, è il luogo in cui affianca alla vita familiare e a quella professionale, l’attività che considerava come la sua missione e che la rese nota sia in città sia a livello nazionale: la divulgazione culturale indirizzata ad un pubblico femminile. Divulgazione di altissimo livello, priva di ogni coté salottiero, progettata non solo per far conoscere i ‘monumenti’ della cultura nazionale ma anche per avviare ad un primo incontro con il ‘contemporaneo’ nelle arti e nella scienza. Questa opera di divulgazione fu resa possibile grazie ad una rete di relazioni personali da lei tessuta con figure di primo piano della cultura e della politica, persuase dalla sua cortese insistenza ad intervenire alle conferenze del Lyceum, l’associazione di cui la De Blasi presiedeva la sezione letteraria. Le conferenze da lei programmate divengono, pertanto, eventi di primo piano per la vita culturale fiorentina tra le due guerre e ne è testimonianza il ricco carteggio in cui, scorrendo i nomi degli scriventi, scorre la letteratura, il teatro, la scienza, la politica di una nazione intera. È stata proprio questa sua ‘missione’ che ha fatto riscoprire, da punto di vista archivistico, la De Blasi proprio perché di essa ha sparso le tracce maggiori. Da un archivio notissimo, quello di Giovanni Pascoli, ecco che si è potuto raggiungere un altro archivio ‘scomparso’ e sconosciuto, quello di Jolanda De Blasi, grazie ad un documento d’archivio per eccellenza negli archivi di persona, la lettera.
L’archivio di Jolanda De Blasi, però, non si esaurisce nel carteggio ma comprende varie  scritture: dattiloscritti, bozze con correzioni, manoscritti, appunti. È questa la serie che potremmo definire, con un termine un po’ abusato, ‘l’officina’ di Jolanda: c’è la produzione saggistica a cui si dedicò fin dall’inizio e che divenne la sola nell’ultimo ventennio della sua vita quando, forse per prima come donna, decise anche di intervenire su quel mezzo di comunicazione che, probabilmente, considerava come l’erede delle conferenze nel campo della divulgazione culturale cioè la televisione; c’è la produzione teatrale, una passione di gioventù poi tenuta viva con interventi di critica; c’è la produzione romanzesca, quella di divulgazione scolastica e quella di storica della letteratura dove detiene il primato di avere per prima dedicato uno studio alle scritture femminili nella letteratura italiana. Chi volesse approfondire questa figura (oggetto già di una tesi di laurea e di una giornata di presentazione presso la sede della Soprintendenza Archivistica) può recarsi presso l’Archivio di Stato di Firenze dove le carte della De Blasi sono state depositate dagli eredi e costituiscono una parte dei fondi archivistici dedicati alla memoria e alla scrittura delle donne.

Insieme all’archivio della De Blasi, è stato rinvenuto anche un piccolo ma interessante nucleo di carte, appartenente a suo marito, Anton Francesco Giachetti. Nato a Firenze nel 1884, compagno di studi di Jolanda, si laurea in lettere presso il Regio Istituto di Studi Superiori di Firenze. Partecipa alla I guerra mondiale come tenente dei mitraglieri e al fronte scriverà un diario della guerra che va dal 21 febbraio al 30 luglio 1917 e che successivamente pubblicherà con il titolo Momenti di vita. Frammenti di pensiero, Firenze, 1939. Docente in un liceo classico fiorentino, convinto antifascista, durante il ventennio continua a scrivere le sue memorie, ricche di interessanti considerazioni sugli avvenimenti storico-politici di quegli anni e sulla sua vita di insegnante durante il fascismo e poi nell’Italia liberata. I suoi quaderni di memorie, che formano questo piccolo nucleo documentario, in qualche modo ‘dialogano’ con le carte di Jolanda De Blasi e vi si giustappongono, in un singolare contraltare dovuto alla radicale diversità delle loro opinioni politiche.

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