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L'Archivio di mons. Gino Bonanni


L’archivio di mons. Gino Bonanni si trova presso l’abitazione di don Giorgio Tarocchi, parroco di Santa Maria a Settignano (FI), per  volere della sorella di Bonanni.

Il fondo è costituito quasi essenzialmente da un cospicuo gruppo di quaderni nei quali il sacerdote, a partire dal 1941 e per tutta la vita, ha annotato riflessioni di tipo teologico, pensieri su vari argomenti, meditazioni e ragionamenti riguardo a particolari vicende sociali e politiche. I quaderni sono custoditi in due valigie, di medie dimensioni. Sono tutti numerati, da 1 a 66, rispettando la successione cronologica, ma all’interno dei contenitori i pezzi sono collocati in ordine sparso.

Oltre ad essi, in una valigia, è riposto anche un fascicolo contenente dattiloscritti relativi all’attività di Bonanni quale direttore del “Centro Diocesano Apostolato della Preghiera”. Si tratta di Meditazioni del 1978 e 1980, e di Circolari per ritiri spirituali del periodo 1975-1983.

In particolare è stata la pubblicazione di Alessandro DINI, Mons. Gino Bonanni: un profilo (1925-1995), ( in  ‹‹ Religioni e Società ››, XXVII, 72, Gennaio-Aprile 2012, pp. 55-61), a svelare l’esistenza dei quaderni scritti dal sacerdote, i quali furono già utilizzati come fonte scritta nella redazione del volume Il Divino nell’uomo. Antologia di testi tratti dai quaderni di mons. Gino Bonanni, edito nel 2004  (Firenze, Polistampa), a cura del medesimo Alessandro Dini.

L’archivio accompagna, senza soluzione di continuità,  la vita del sacerdote, a partire dal passaggio della seconda guerra mondiale fino a qualche anno prima della morte, avvenuta nel 1995.

Come suggerisce il Dini (op.cit, 2004, p. 8), il contenuto dei diari di Bonanni  può essere approfondito nell’ambito dei seguenti argomenti: 1. Appunti di ritiri spirituali, 2. Schemi di omelie, 3. Pagine autobiografiche, 4. Pensieri e riflessioni, 5. Pagine di diario, 6. Cronache, 7. Minute di lettere.

Per il ruolo di rilievo svolto da Gino Bonanni nella Chiesa fiorentina della seconda metà del Novecento, come educatore e come maestro di spiritualità, gli scritti costituiscono una fonte storica di interesse particolarmente importante.

Talvolta vi si trovano anche pagine di diario e ricordi o riferimenti a personaggi a lui contemporanei (mons. Bartoletti, Giovanni XXIII, don Milani, don Rosadoni…), nonché cronache di episodi storici (passaggio della guerra nel Mugello, alluvione di Firenze, morte di Martin Luther King, uccisione di Aldo Moro, morte di Paolo VI …). Altre volte ci imbattiamo in annotazioni autobiografiche corredate di riflessioni personali e ragionamenti di impronta religiosa. In tutti i casi emerge la figura di un uomo di Chiesa, sempre fedele all’istituzione e contemporaneamente sempre in tensione ed in conflitto con l’autorità, specchio di quel preciso periodo storico in cui la Chiesa è segnata da forti e sentite esigenze di rinnovamento ma anche da una altrettanto decisa propensione alla conservazione. 

La vicenda personale di mons. Gino Bonanni, documentata dai suoi scritti, si configura quale fonte storica assai significativa per lo studio delle vicende della Chiesa fiorentina degli anni Cinquanta-Sessanta, collocandosi a pieno titolo nell’ambito di questo particolare periodo di “rinascita” e di grande fermento religioso che l’ha vista protagonista di tante idee di rinnovamento. Nei suoi scritti ricorrono spesso nomi di coloro che lottarono per una nuova Chiesa e per una società diversa: sacerdoti come padre Ernesto Balducci, don Bruno Borghi, don Lorenzo Milani, don Rossi, don Enzo Mazzi, don Luigi Rosadoni …, maestri spirituali come don Raffaele Bensi e don Enrico Bartoletti e laici impegnati nella politica e nel sociale. Sulla scia del Concilio, che avvia un acceso dibattito sia nel modo religioso che sociale,  Bonanni vive e interpreta il crollo di molte delle certezze tradizionali rivendicando un ruolo di prete annunciatore della Parola e di uomo impegnato nella vita al servizio degli uomini. I suoi diari ed i pochi altri scritti che sono rimasti meritano, per tutte le ragioni appena illustrate, di essere conservati, ordinati e catalogati secondo i criteri necessari.