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La vetrina dei segreti

A cura di Roberta Barbis, 20 febbraio 2019

Firenze 1887: istantanee all'ombra del Duomo


Questi documenti sono conservati presso l'Archivio Storico del Comune di Firenze

La primavera del 1887 vede Firenze in preda al più vivo fermento. Si sta per scoprire la nuova facciata del Duomo, dopo anni di lavori, e ricorre anche il quinto centenario della nascita di Donatello: due circostanze che l’amministrazione comunale intende sfruttare per attirare l’attenzione sulla città, fra concerti, mostre, spettacolari cortei storici e sontuosi balli in costume.

Dai documenti contenuti nel fascicolo 17 dell’unità archivistica CF 4918 ("Filza V. Facciata del Duomo. Scoprimento e centenario di Donatello. 1887") sappiamo che uno degli eventi in programma fu quello dedicato alla celebrazione della fotografia, arte relativamente recente essendo nata ufficialmente circa 50 anni prima.  

Il presidente del Comitato per la Prima esposizione italiana di fotografia, N. Nobili,  e il vice presidente della relativa Commissione esecutiva, Carlo Brogi (egli stesso fotografo ed editore) si adoperano fin dall’estate del 1886 per garantire il massimo successo alla manifestazione, che si  terrà fra maggio e giugno dell’anno successivo in via della Colonna. L’8 agosto 1886 Brogi scrive al presidente del Comitato delle feste per la scopertura della facciata di S. Maria del Fiore e pel centenario di Donatello, reiterando poi la richiesta al sindaco il 27 gennaio 1887, allo scopo di ottenere il permesso di “chiudere quel tratto di via della Colonna interposto fra l’arco prospiciente la piazza dell’Annunziata e la porta d’ingresso alle Sale della Promotrice”, trasformandolo in tal modo in “spaziosa galleria di esposizione”. La risposta del sindaco è negativa, “per motivi di pubblico servizio”. Tuttavia Brogi non si arrende e domanda inoltre l’uso del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio per provvedere a “proiezioni ottiche” che dovranno produrre immagini di 7 o 8 metri e contenere “il pubblico che accorrerà a simile attraente e istruttivo divertimento”.  Non è chiaro se quest’ultima richiesta sia stata accolta, ma è suggestivo raffigurarsi, in un’epoca in cui il cinematografo era ancora di là da venire, gli spettatori che si accalcano, a bocca aperta, davanti alle gigantesche immagini proiettate “otticamente”!

La notizia dell’esposizione è intanto giunta anche oltre oceano, e l’8 marzo 1887 il console generale italiano a New York scrive   al sindaco pregandolo di volergli indicare “quanto siavi di vero nella voce qui corsa che tra breve vada ad aprirsi in codesta città un’esposizione internazionale di fotografie” e domandandone –in caso affermativo- il relativo programma: la prudenza manifestata dal console ci ricorda che, evidentemente, ogni epoca ha avuto le sua buona dose di fake news!

Nobili e Brogi tornano a farsi vivi con l’amministrazione comunale nell’aprile 1887, comunicando che l’esposizione ha superato ogni più rosea aspettativa con 230 iscritti italiani e addirittura 100 stranieri da Costantinopoli, Tunisi, Egitto, Portogallo, Spagna, Ungheria. Dalla Francia arriverà “il Nadar, che gode fama universale” e dalla Germania “l’Anschutz, famoso istantaneista”, senza contare che alla partecipazione dell’Istituto topografico militare olandese “farà degno riscontro quello italiano che ha sede nella nostra città”. Tutto ciò, ahimè, ha comportato ulteriori ingenti spese impreviste, per cui si chiede al Comune un contributo di 6000 lire, prevedibilmente rifiutato. In compenso nel mese di maggio viene accordato il permesso di collocare “sulla scalinata della loggia degli Innocenti e precisamente sull’angolo a contatto dell’arco di via della Colonna un piedistallo per una statua allusiva alla fotografia, destinata in luogo dello stendardo ad indicare l’ingresso dell’esposizione”: non troviamo allegata, purtroppo, alcuna immagine di tale manufatto.

La mostra si svolge, dunque, con grande partecipazione di espositori e di pubblico. Dal Regolamento in nostro possesso si deduce che erano previste medaglie d’oro, d’argento e di bronzo per varie categorie, da “raccolte artistiche di vedute, di pitture e di sculture” a “immagini microscopiche e vetrificate”, ottenute con qualsiasi processo “mediante l’azione della luce, su qualunque specie di supporto”. Nella sezione internazionale sono comprese “fotografie ottenute con luce artificiale, istantanee, sottomarine” e persino “da palloni aerostatici“.

Infine, a evento concluso, l’11 luglio 1887 Nobili e Brogi, orgogliosi del buon esito dell’iniziativa che “ha procurato alla città nostra il vanto di essere prima in Italia ad attuare tal sorta di mostre in modo degno delle sue tradizioni”, si arrischiano a chiedere alla Giunta municipale 7000 lire per ripianare il deficit prodotto… C’è bisogno di precisare quale fu la risposta?

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