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La vetrina dei segreti

A cura della Redazione del Portale, 10 gennaio 2018

L'Istituto degli Innocenti e la Grande Guerra

Bambini in divisa

Questi documenti sono conservati presso l'Archivio dell'Istituto degli Innocenti

Durante la Prima guerra mondiale, l’attività assistenziale dell’Istituto degli Innocenti di Firenze ebbe come obiettivi principali: la regolarizzazione di forme di assistenza verso i bambini legittimi e illegittimi (in parte già in uso da tempo col fine di diminuire la mortalità infantile fra gli assistiti); l’assistenza ai bambini profughi ed orfani di guerra; il sostegno ai soldati al fronte. I disagi della Guerra ebbero un impatto notevole sull’Ospedale, perché parte del personale dipendente fu richiamato al fronte, i beni di prima necessità scarseggiavano ed anche le balie erano insufficienti (le donne infatti lavoravano al posto dei mariti che erano in guerra). Contemporaneamente l’Ospedale si ritrovò in una situazione di sovraffollamento, sia per gli esposti riportati dai tenutari che non riuscivano più a mantenerli come prima sia per la presenza di bambini orfani di guerra e profughi provenienti dalle zone del fronte.

L’Ospedale, infatti, si fece carico di centinaia di bambini e del personale di alcuni istituti e brefotrofi del Friuli e del Veneto. Fu inoltre istituito, all’interno dell’Ospedale, un Nido per accogliere i figli legittimi dei richiamati, le cui madri non avevano modo di tenerli con sé, perché dovevano lavorare. Il sovraffollamento favorì la diffusione di malattie fra i bambini, mentre la scarsezza di balie comportò un maggior ricorso all’allattamento artificiale, fattori che provocarono un innalzamento della mortalità infantile. Per contrastare questo fenomeno, l’Ospedale estese la propria assistenza alle madri legittime bisognose (e non solo alle vedove, inferme o prive di latte come in passato) e alle donne nubili, favorendo con aiuti e sussidi l’allattamento dei propri figli a domicilio, in maniera da far diminuire il numero di bambini presenti nel brefotrofio. Per raggiungere questo obiettivo con le giovani nubili, maggiormente soggette al pregiudizio sociale, furono istituiti l’Aiuto materno all’interno dell’Ospedale e, a distanza di pochi mesi, la Casa di maternità al Salviatino, dove le ragazze erano accolte ancor prima del parto ed erano aiutate affinché allattassero e tenessero con sé il figlio.

L’Ospedale sostenne i soldati con l’invio di indumenti nelle zone di guerra, realizzati al proprio interno dalle ragazze adulte assistite, dalle suore e dall’altro personale femminile. Aiutò con sussidi anche i propri alunni al fronte, quelli feriti e quelli prigionieri e cercò di sostenerli moralmente, soprattutto quando essi scrivevano lettere in cui imploravano per avere informazioni su quei genitori che mai avevano conosciuto, ma che ora, sentendo la morte vicina, volevano sapere chi fossero. Desiderio che però non poteva essere esaudito, visto che la maggior parte erano figli di ignoti o di madre nubile che non consentiva di essere nominata.

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