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La vetrina dei segreti

A cura di Monica Pierulivo e Rachele Bettini, 10 settembre 2016

Lo sport a Piombino nella prima metà del '900


Questi documenti sono conservati presso l'Archivio Storico del Comune di Piombino

Lo sport ha avuto una particolare importanza per la città di Piombino fin dai primi anni del 1900.

Le attività sportive si svolgevano principalmente nello stadio “Giuseppe Salvestrini”, inaugurato il 20 agosto 1924, situato sulla sinistra di corso Italia su un terreno concesso dall’Ilva e demolito prima dell’ultima guerra. Esso rappresentò qualcosa di importante per lo sport piombinese: era un ottimo terreno di gioco circondato da un velodromo in cemento, uno dei maggiori dell'Italia ciclistica del tempo, dove si “rincorsero” in fantastiche volate i Linari, Di Paco, Alfonsina Strada (una specie di Maria Canins dell'epoca), Girardengo, Binda , Mara, Piemontesi, Guerra, Bini, Bizzi, Bartali, Cinelli ecc. Dotato di illuminazione artificiale, vi si svolgevano anche in nottura incontri di calcio, gare ciclistiche, di atletica leggera, saggi ginnici.

Lo stadio era anche la sede dell'”Unione sportiva piombinese. Sempre avanti”, nata dalla fusione delle due società sportive esistenti: l'”Unione ginnastica sempre avanti” e l'"Unione sportiva piombinese”. Di questo si legge in una delibera del consiglio comunale del 7 febbraio 1923 con la quale viene stanziato un contributo di 2.000 lire a favore della società. In un'altra delibera dell'11 agosto 1923 si legge invece di un contributo del Comune per regate a vela.

Lo stadio ospitò anche concorsi bandistici e vi furono rappresentate alcune opere liriche (Carro di Tespi) negli anni '30.

L’impianto venne demolito nel 1939 per permettere di ampliare lo stabilimento siderurgico e le attività sportive si spostarono nel nuovo stadio costruito nel 1938 per volontà della Magona d’Italia su progetto dell'architetto Ugo Giovannozzi di Firenze.

Il calcio fu naturalmente lo sport più popolare, basti pensare che negli anni '50 la squadra nerazzura raggiunse la sere B e che lo stadio Magona arrivo ad ospitare 13.000 persone per la partita contro la Roma (vinta peraltro dal Piombino 3 a 1). 

Ma già prima del secondo conflitto mondiale gli atleti eccellevano anche in altri sport come il canottaggio, la vela, la ginnastica, anche artistica e a livello più popolare il tiro alla fune. Per quanto riguarda il canottaggio, i vogatori piombinesi partecipavano alle competizioni dopolavoristiche (il dopolavoro a quel tempo rappresentava il 50% dell’organizzazione sportiva nazionale) distinguendosi a livello nazionale e rimanendo ai vertici di questa disciplina per diversi anni. L’equipaggio partiva con gli imbarcaderi situati nella darsena di Portovecchio e scendevano in mare per allenamenti durissimi fatti dopo il pesante lavoro in fabbrica. La ginnastica artistica era invece curiosamente una disciplina prettamente maschile che andava di gran moda in città. Le formazioni di ginnastica, rappresentate da organizzazioni dopolavoristiche come la Magona o l’Ilva, partecipavano spesso a competizioni di scala regionale e nazionale distinguendosi sempre. 

La ripresa sportiva post bellica, con la Magona d'Italia rivolta alla costruzione di quella grande squadra di calcio che fu il Piombino, in quegli anni fu lenta e faticosa ma la ginnastica, sempre maschile, rimase, almeno per qualche tempo, il settore più forte che venne rappresentato dalla squadra dell'Ilva.

La vela ebbe una grande diffusione negli anni '30 e presso la Lega Navale venivano organizzate regate a vela importanti. Anche nel nuoto in quegli anni furono raggiunti risultati eccellenti con l'atleta Marchino Balestri che conquistò le vette del nuoto nazionale.

Le foto provengono dalla collezione "Luigi Magnani" conservata presso l'Archivio storico della città di Piombino.

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