Archivi in Toscana

Il patrimonio, le istituzioni, gli eventi

Archivi toscani nel mondo. Parte II

a cura di Elisabetta Insabato, 15 ottobre 2015

Dalle Montalve a Filadelfia. Le carte Gondi e Medici alla Penns University (USA) - Parte I

Vista del Conservatorio delle Montalve

La prima dispersione ha interessato il Fondo Gondi conservato presso l’antico Conservatorio delle Signore Montalve, istituzione fondata nel 1650 dalla nobildonna Eleonora Ramirez de Montalvo, che nel 1626 aveva già creato in Firenze la famiglia laicale delle Minime Ancille della SS. Vergine per le fanciulle povere. Alla nuova istituzione che godette fin dall’inizio della protezione granducale -in particolare della granduchessa Vittoria della Rovere che lasciò un ricco legato alle fanciulle- venne destinata una sede più consona al raccoglimento e alla meditazione, una villa signorile situata alle pendici di Monte Morello, alla Quiete di Castello, dove la Ramirez si ritirò e dettò gli scopi della comunità volti all'educazione delle fanciulle di ceto nobiliare (sulla istituzione, il suo archivio e la bibliografia relativa si veda SIUSA alle voci Conservatorio delle Montalve alla Quiete e Conservatorio delle Montalve di Ripoli).

Per comprendere natura e contenuti di questo importante nucleo di carte Gondi costituisce figura chiave quella di Giovan Battista (1690-1750), nelle cui mani si era concentrato il patrimonio familiare insieme alle carte di vari rami del casato. Infatti egli era figlio di Ferdinando Alessandro di Giovan Battista Gondi (1639-1713), della linea di Carlo di Salvestro (1413-1492), e di Maria Ottavia, figlia di Federigo Gondi (1644-1686) e di Caterina di Vincenzo de' Medici della linea di Alamanno. Maria Ottavia e la sorella Maria Maddalena, andata in sposa a Giovanni Gualberto Guicciardini, erano le ultime rappresentanti  della linea di Giuliano di Leonardo, detto il “Magnifico” (1421-1501),

Al momento del passaggio del patrimonio di Ferdinando al figlio, nel 1730, le due sorelle fecero inventariare le carte familiari a Domenico di Giuseppe Luccioli di San Gimignano. Alla sua morte, nel 1750, Giovan Battista lasciava un’unica figlia, Maria Ottavia, sotto la tutela del marchese Bandino Panciatichi e di Folco Rinuccini, la quale tuttavia moriva bambina nello stesso anno. Seguiva, nel 1751, un compromesso tra le tre sorelle di Giovan Battista, rimaste sue eredi: Maria Maddalena nei Del Rosso, e Caterina ed Elisabetta, entrambe in ritiro presso il Conservatorio della Quiete. Il lodo prevedeva la divisione dell’archivio in due parti: così un terzo rimase a Firenze, e i restanti due terzi furono depositati in una stanza del Conservatorio della Quiete.

Soltanto nel 1773 le Signore Montalve, che lasciarono in eredità al Conservatorio le loro sostanze, e la nipote Ottavia Del Rosso, andata in sposa a Ottavio di Iacopo Mannelli Galilei, si accordarono per riunificare presso la Quiete tutto l’archivio. In quella occasione furono rivisti e collazionati gli inventari fatti a suo tempo nel 1730 e trovati rispondenti; una copia dell’inventario fu commissionata da Ottavia a sue spese: ciò spiega perché essa si trova nel Fondo Mannelli Galilei Riccardi, conservato presso l’Archivio di Stato di Firenze. Per questa stessa via qui confluirono, come risulta anche dall’inventario settecentesco, un gruppo di carte di interesse storico e genealogico nonché 29 buste di carteggi dell’abate Carlo Antonio Gondi consegnate ai Mannelli Galilei. 

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