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Insegnare... narrando storie. Laura Orvieto e il suo mondo

a cura della Redazione del Portale, marzo 2018

Dalle leggi razziali al dopoguerra

Illustrazione di Giancarlo Bartolini Salimbeni
per la 'Settimana dei ragazzi' del 24 marzo 1946

Alcune avvisaglie antisemite si erano avute già negli anni Venti. Il primo rintocco risuonò nell'associazione femminile fiorentina del ‘Lyceum’, della quale Laura si era occupata fin dalla fondazione. Contro le due vicepresidenti, amiche di Laura e semite “si formò un’opposizione che faceva capo e comprendeva alcune socie. In quel periodo anche Angiolo era stato allontanato da incarichi civili e sociali. Laura da parte sua era attratta dalle riunioni di un piccolo gruppo di sionisti, che si svolgevano a Firenze in via della Robbia.

Nonostante le premesse, le leggi di discriminazione razziale del settembre 1938 colpirono gli Orvieto alla sprovvista. Laura aveva da poco concluso la pubblicazione delle Storie di bambini molto antichi presso il suo nuovo editore, Mondadori. L’opera narrava le vicende degli dei e dei personaggi mitici dell’antichità classica nella loro infanzia: ma non poté essere distribuita proprio per i provvedimenti contro gli autori ebrei.

Laura e Angiolo decisero comunque di restare in Italia; Laura concluderà la sua Storia di Angiolo e Laura a Cortina d’Ampezzo, nella primavera del 1939. Resterà inedita: dopo la guerra e le persecuzioni la scrittrice non troverà la forza d’animo di riprendere, rivedere, limare e far pubblicare quel testo. Durante i momenti più tragici della guerra e delle persecuzioni naziste Laura e Angiolo furono accolti e nascosti nell’Ospizio dei Cappuccini di San Carlo, presso Borgo San Lorenzo. Eppure gli Orvieto manterranno un ricordo sereno di quei tristi mesi, e saranno sempre riconoscenti ai loro ospiti: restano fra le loro carte appunti, abbozzi di racconti, brevi note, molti sonetti.

Dopo la fine del conflitto Laura tornerà con inesauribile vitalità al ‘suo’ lavoro: le sue storie e i suoi ragazzi. Entro pochi mesi dal ritorno a casa raduna un valido numero di collaboratori e fonda “La settimana dei ragazzi”, da lei diretta per circa tre anni. Un settimanale di storielle illustrate e di giochi destinati ai lettori più piccoli o più grandicelli: fiabe ma anche biografie o brevi narrazioni storiche. Il primo numero uscirà il 1 aprile 1945, anticipando sul tempo la ripresa di molta stampa nel dopoguerra: a partire da quel numero comparirà a puntate, sotto il titolo "Un mese di fronte", la cronaca della ritirata tedesca da Firenze e dell’ingresso degli inglesi e dei partigiani in città e a Fiesole. Fra le carte di Laura restano, allegre e colorate, moltissime tavole originali degli illustratori della “Settimana”. Artisti già affermati, come Piero Bernardini, Giancarlo Bartolini Salimbeni, o Fiorenzo e Giovanni Faorzi, si alternano ad altri allora assai meno noti, come un giovanissimo Vinicio Berti.

L'autrice si spense a Firenze nel 1953, quattordici anni prima del marito Angiolo.

Per citare questo speciale:

Redazione del Portale, Insegnare... narrando storie. Laura Orvieto e il suo mondo, 28, Portale Archivistico Toscano, marzo 2018

Questo percorso è tratto dall'omonima mostra tenuta presso il Museo Ebraico di Bologna (8 marzo -22 aprile 2012), a cura di Caterina del Vivo, Gabinetto Vieusseux di Firenze

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