Archivi in Toscana

Il patrimonio, le istituzioni, gli eventi

L'archivio di Giovanni Pascoli a Castelvecchio

a cura di Sara Moscardini, gennaio 2015

Introduzione


Il percorso fornisce un approccio all'archivio del poeta Giovanni Pascoli, conservato presso la Casa Museo di Castelvecchio di Barga (LU). Si descrivono i contenuti del fondo e se ne delinea la storia archivistica fino al recente intervento di digitalizzazione e inventariazione informatizzata (2012).

 

In questo giorno 8 gennaio 1942 nella casa di mia proprietà alla quale è unita la cappella in cui riposa il mio adorato fratello Giovannino, scrivo tutto di mio pugno e carattere le mie ultime volontà, avvertendo che queste mie volontà rispecchiano i desideri espressi a me e ad altri dal mio fratello stesso. (...) Lego al Comune di Barga la casa, la cappella, i libri, i manoscritti di Giovannino, i premi da lui ottenuti, i ricordi di famiglia e quanto altro nella casa è contenuto, con l’obbligo di provvedere alle spese di manutenzione, e sotto la condizione che la salma di mio fratello e la mia, non vengano mai rimosse dalla cappella (Archivio Storico del Comune di Barga, Legato Maria Pascoli).

Con queste parole Maria Pascoli deputava al Comune di Barga la cura dei beni familiari, compreso il ricco patrimonio documentario del poeta. Il legame tra la cittadina e i fratelli Pascoli aveva però avuto inizio molto tempo prima, quando, a partire dal 1895, “Zvanì” e “Mariù” avevano eletto Castelvecchio di Barga a luogo ove ricostituire il “nido” familiare, infranto dai numerosi lutti degli anni precedenti e, in ultimo, dall’abbandono della sorella Ida, tornata in Romagna per sposarsi. Pascoli, in cerca di un rifugio da questa dolorosa separazione, ma soprattutto di un luogo sereno e immerso nella natura (condizioni da lui ritenute necessarie per generare poesia), conobbe l’esistenza di Barga tramite l’amico e collega Giulio Giuliani; colpito dalla bellezza agreste del luogo, decise di prendere in affitto una villetta settecentesca di proprietà della famiglia Cardosi Carrara, sita in località Castelvecchio (dimora che poi acquistò, non senza difficoltà, all’inizio del secolo successivo).

La Valle del Serchio divenne ben presto il cuore della produzione poetica pascoliana e dell’esistenza stessa dei due fratelli, tanto che Maria, morto Giovanni (1912), scelse di trascorrere qui gli anni che le rimanevano da vivere.

Mariù, la “candida soror”, venne a mancare il 5 dicembre 1953. Aveva trascorso a Castelvecchio quarantuno anni di solitudine e di alacre impegno nel promuovere la memoria del fratello e la grandezza della sua poesia. Questa attività, vissuta al limite della missione, passava anche dalla conservazione dei beni, mobili e immobili: nessun cambiamento, neanche il minimo, doveva essere apportato alla casa di Castelvecchio, che doveva mantenere l’aspetto di quando Giovanni era ancora al mondo, al punto che, finché Maria fu in vita, la bicocca non dispose né di energia elettrica né di acqua corrente.

È in questo ambiente che trovano la loro naturale collocazione le carte di Giovanni Pascoli, silenziose e parlanti depositarie dell’opera e dell’esistenza stessa del poeta.

Per citare questo speciale

S. MOSCARDINI, L'archivio di Giovanni Pascoli a Castelvecchio, in Percorsi, 2, Portale Archivistico Toscano, gennaio 2015