Archivi in Toscana

Il patrimonio, le istituzioni, gli eventi

L’Archivio Zeffirelli e l’arte dello spettacolo

a cura di Sveva Pacifico, marzo 2020

Il patrimonio documentario e la nascita della fondazione

La sala Aida del museo

La documentazione prodotta da Franco Zeffirelli è stata dichiarata “di particolare interesse storico” dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio il 29 gennaio 2009, a seguito della segnalazione dei funzionari della Soprintendenza per la Toscana e della Regione Toscana nel 2009. Al momento della notifica il complesso documentario si trovava presso la ‘casa bottega’ di ispirazione rinascimentale del Maestro, nei pressi dell’Appia antica. E consisteva di circa 130 metri lineari di materiali archivistici e di 160 metri lineari di materiali bibliografici. Consistenze approssimate per difetto.

Dal 2017, dopo molte polemiche e alterne vicende, il patrimonio documentario è conservato nel cuore di Firenze, nel complesso di San Firenze (già tribunale della città) ove ha sede il “Centro internazionale per le Arti dello Spettacolo Franco Zeffirelli”. Il centro è la realizzazione di un sogno antico, per il quale nel 2015 è stata costituita la Fondazione Franco Zeffirelli onlus, con lo scopo di tutelare, promuovere, e valorizzare il materiale di interesse artistico e storico-culturale prodotto e custodito dal Maestro Zeffirelli durante la sua carriera lunga quasi settant’anni.

Franco Zeffirelli ha sempre desiderato mettere il suo archivio e la sua biblioteca a disposizione della sua città natale e del mondo intero, immaginando di farne il perno di attività didattiche nelle discipline del teatro di prosa e di divulgazione della cultura legata all’arte dello spettacolo. E attraverso il Centro internazionale per le Arti dello Spettacolo il progetto si è concretizzato. In ossequio alla sua teoria che “l’uomo nasce per imparare, poi per aggiungere del suo a quel che ha imparato; infine deve consegnare questo patrimonio a chi verrà dopo di lui”.

L’inaugurazione del Centro, il 31 luglio 2017, è stata per Franco Zeffirelli un approdo felice. Finalmente il patrimonio culturale prodotto nel corso della sua attività, dopo le ben note difficoltà di trovare una sede degna, è tornato nella città dove tutto aveva avuto inizio, nella prestigiosa sede che il Comune di Firenze ha dato in concessione alla Fondazione che porta il suo nome.

Firenze, la città in cui è nato e ha esordito come artista, la città che consegna agli occhi del mondo, dolente e dignitosa, in uno dei suoi momenti più tragici, l’alluvione dell’Arno del 4 novembre del 1966, con il documentario “Per Firenze” girato nei giorni successivi all’esondazione e prodotto dalla RAI.

Il senso di appartenenza alla città di Dante, del resto, è reso bene da un ricordo riportato nella sua autobiografia. In un breve dialogo intercorso tra il giovane Zeffirelli e i soldati del primo Battaglione Guardie Scozzesi per i quali lavorò come interprete, prima che Firenze fosse liberata dalle truppe degli alleati l’11 agosto del 1945: “Ma sei veramente italiano? Mi misi a ridere. Veramente non sono proprio italiano, sono fiorentino!”. Firenze, la città che ne aveva forgiato il gusto e alimentato i sogni, dove non poteva non ritornare.

Per citare questo speciale:

Redazione del Portale, L'archivio Zeffirelli e l'arte dello spettacolo, 29, Portale Archivistico Toscano, marzo 2020

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