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L'Archivio della Comunità Ebraica di Firenze

Atto di matrimonio di Joseph Angelo Calò (sec. XVIII)

Archivio della Comunità Ebraica di Firenze

Indirizzo: Via C.L. Farini, 4 - 50121 Firenze

Telefono: 055245252 E-mail: comebrfi@tin.it

Questo testo è tratto da L'Archivio della Comunità Ebraica di Firenze, a cura di L. Viterbo, I. Marcelli, C. Marcheschi, in «Quaderni di Archimeetings», n. 11, 2006.

Puoi trovare la versione integrale in formato pdf sul sito ANAI Toscana.

In via Luigi Carlo Farini, a pochi metri dal Tempio ebraico, si trovano i vari uffici della Comunità ebraica fiorentina, tra cui la biblioteca e l’archivio.

Le antiche origini della presenza degli ebrei a Firenze, già florido punto di mercato all’epoca romana, è attestata dal ritrovamento di alcune lapidi nel cimitero sotterraneo nei pressi della chiesa di Santa Felicita. Lì ebbe luogo anche il primo insediamento ebraico: sporadiche e temporanee presenze si registrano solo dopo il 1300, ma una Comunità ebraica non si considera costituita se non vi è la presenza di famiglie che assicurino il quorum di dieci uomini necessario per recitare determinate preghiere, la sistemazione di un locale ad uso di Sinagoga e l’acquisto di un terreno per la sepoltura dei defunti. Questo non è certo avvenuto prima del 1430 quando, dopo un lungo tergiversare, la Signoria fiorentina si decise a chiamare a Firenze dei prestatori ebrei. Questi avrebbero facilmente accettato l’imposizione di un tasso di interesse più basso e così si sarebbe posto fine alla diatriba con la Chiesa che condannava l’usura. Possiamo però considerare costituita la Comunità fiorentina solo nel 1437 quando Cosimo il Vecchio de’ Medici stipulò con Abramo di Dattilo, della famiglia dei da Pisa, i “capitoli” per quattro banchi. Tra alterne vicende la Comunità raggiunse un alto livello economico e culturale e si accrebbe anche se la permanenza a Firenze divenne molto critica dopo la morte di Lorenzo il Magnifico e l’arrivo dei primi esuli dalla penisola iberica. L’istituzione del Monte di Pietà determinò la prima chiusura dei banchi ebraici, divenuta definitiva nel 1533. Nel 1571 il duca Cosimo I decretò la chiusura nei ghetti istituiti a Firenze e a Siena dei circa 700 ebrei del territorio. Per i circa 500 fiorentini l’architetto Buontalenti creò la così detta “isola del ghetto” nell’area adiacente al Duomo e al Vescovado. Nel periodo lorenese decaddero le varie norme imposte ai membri della “Nazione ebrea”; già dal 1755 gli ebrei poterono abitare in ogni parte della città, fu poi aperto loro l’accesso a quasi tutte le cariche comunali. L’annessione al regno d’Italia trovò la popolazione ebraica fiorentina perfettamente integrata nel contesto cittadino. 

L’archivio storico della Comunità ebraica di Firenze si compone di oltre 100 registri e 600 buste; il documento più antico è del 1576, sebbene la parte più consistente della documentazione risalga ai secoli XIX e XX. Nel corso del tempo l’archivio ha subito vari spostamenti ed interventi di sistemazione, che ne hanno variato l’originaria tenuta. Dagli anni ’80 del Novecento ha curato la tenuta dell’archivio un’equipe di volontari, coordinata da Lionella Viterbo; dal 2001 inoltre, sotto la direzione della Soprintendenza archivistica per la Toscana, è in corso un lavoro di riordino ed inventariazione del materiale documentario.
Le serie nei quali è suddivisa la documentazione sono:
- Amministrazione, coi documenti contabili della Comunità;
- Gestione comunità. Raccoglie – pur con alcune lacune – le deliberazioni dei Consigli a partire dalla seconda metà del ‘700. Da tale periodo l’amministrazione della Comunità fu tenuta da due Consigli, denominati dei Sei e degli Undici che si evolsero nel corso del tempo per giungere, nel XX secolo, alla Giunta ed al Consiglio. In questa serie si segnalano inoltre regolamenti interni che la Comunità si era data nel corso del XIX secolo per l’organizzazione e la gestione di vari aspetti della vita comunitaria, quali elezioni, tasse, offerte, matrimoni, e carteggio intercorso con le altre Comunità italiane per la formazione dei regolamenti stessi. La serie raccoglie inoltre elenchi e censimenti di abitanti del ghetto;
- Opere pie e Confraternite, come la Confraternita “Mattir Assurim”, che ebbe per scopo quello di mantenere l’esercizio del culto israelitico secondo il rito spagnolo; la Misericordia mortuaria – costituita fin dal 1710 con lo scopo di trasportare i defunti -; l’Asilo infantile; l’Ospizio;
- Archivio storico, comprende un gruppo di documenti che sono sembrati rappresentare le tappe fondamentali della storia della Comunità, dalla sua prima organizzazione, con quanto rimane del Tribunale dei Massari, attivo dal XV al XIX secolo, ai rapporti con le istituzioni politiche dello Stato toscano e poi nazionale. È presente inoltre documentazione riguardante i catecumeni, ossia gli ebrei che avevano intenzione di convertirsi al cristianesimo;
- Immobili e Cimitero, raccolgono documenti inerenti la gestione dei beni immobili posseduti e dei cimiteri;
- Tempio, conserva testimonianza delle fasi di realizzazione della nuova sinagoga.

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