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L'Archivio dell'Istituto di Studi Storici Postali Aldo Cecchi

La sede dell'Istituto

Archivio dell'Istituto di Studi Storici Postali Aldo Cecchi

Indirizzo: Via ser Lapo Mazzei, 37 - 59100 Prato

Telefono: 0574604571

Indirizzo e-mail: issp@po-net.prato.it

Sito web

L'Istituto di Studi Storici Postali Aldo Cecchi è nato nel 1982 su iniziativa di un gruppo di collezionisti filatelici e studiosi di storia postale. L'animatore principale fu Aldo Cecchi, al quale, dopo la scomparsa, è intestato l'Istituto. Si tratta di un centro studi privato in forma di Onlus che ha sede a Prato nel Palazzo Datini, che ospita anche l'Archivio di Stato, dove è conservato il ricchissimo archivio di Francesco Datini, mercante pratese trecentesco, composto da 150.000 lettere, 600 libri contabili e 6.000 titoli di credito. Fin dall'inizio e tuttora l'Istituto rappresenta il più rilevante punto di accumulazione in Italia – e uno dei pochi in Europa – per gli studi di storia postale e costituisce un polo di riferimento per quanti lavorano su queste tematiche. Pubblica dal 1999 il semestrale Archivio per la storia postale. Comunicazioni e società e una collana di Quaderni dal 1983.

Nato con una prospettiva scientifica, che comprendeva le aree antiquariale e collezionistica, l'Istituto cura la raccolta, la classificazione e la conservazione di ogni tipo di documentazione attinente alla materia, quindi libri riviste mappe materiale filatelico e carte di archivio; e la promozione della cultura postale attraverso incontri, mostre, convegni, seminari, conferenze. Inoltre esercita una costante apertura al mondo della scuola e alla società civile. Il materiale posseduto rispecchia la pluralità di discipline differenti, che afferiscono alla storia postale: dalla storia medievale e moderna all’epistolografia, dalla storia sociale a quella dell’amministrazione pubblica, dalla paleografia alla diplomatica, dalla storia sociale alla letteratura e dalla storia economica a quella del giornalismo, fino alle relazioni internazionali.

La storia postale affonda le proprie radici nel XIX secolo, ma in sostanza non possiede ancora uno statuto metodologico autonomo. La disciplina nel corso degli ultimi trent’anni si è raffinata, in Italia come al di fuori del nostro paese, e ha proceduto a cospicue acquisizioni, sia in termini di riflessione storiografica sia di risultati di ricerca, coinvolgendo un numero crescente di studiosi provenienti da sponde estremamente differenziate, compresa quella filatelica e collezionistica, e di associazioni espressamente dedicate. Da ultimo, grazie all'istituzioni di corsi di laurea in Scienza delle comunicazioni, ha fatto finalmente il suo ingresso anche nell'Accademia. Oggi la storia postale si propone come disciplina dinamica e in continuo cambiamento.

Il principale archivio ospitato nei locali dell'Istituto è l’archivio della Direzione Superiore della Posta Militare (1908-1950), il quale consta di circa 60 metri lineari di scaffalatura con una stima di circa 400.000 documenti. Risulta notificato dal Ministero dei Beni culturali come “d’interesse storico particolarmente importante” e sottoposto al vincolo della tutela a cura del Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche (SIUSA). In pratica è stato l'Istituto a salvarlo dalla distruzione e a metterlo a disposizione degli studiosi. Il materiale documentario militare presente nell’Istituto ha costituito la base per le pubblicazioni edite dall’Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.

Nel corso degli ultimi anni l’Istituto ha portato a termine il riordino del Fondo Direzione Generale delle Poste relativamente al periodo 1861-1878 presso l’Archivio Centrale dello Stato, di cui esistevano solo gli elenchi di versamento. L’acquisizione informatizzata dei documenti grazie ad un database di tipo MySQL da inserire in internet e interrogabile tramite un’essenziale maschera di ricerca è stata effettuata direttamente nel centro di digitalizzazione dell’Istituto. La peculiarità del database è quella di consentire la pubblica lettura dei singoli documenti scansionati.

Particolarmente ricca è la collezione di carte e guide postali possedute dall'istituto sia in originale sia in copia digitale. Le carte geografiche quattro-cinquecentesche descrivevano soprattutto le caratteristiche morfologiche del territorio, senza porre particolare attenzione alla rete stradale. Dal XVII secolo cominciarono a diffondersi le prime carte stradali, sulle quali erano riportate di regola anche le indicazioni postali: percorsi, distanze, stazioni di posta. A partire da quell’epoca la cartografia europea cominciò a passare da rappresentazioni pittoriche realizzate con metodi empirici all’applicazione rigorosa di metodi scientifici di triangolazione. L’Italia con le sue Poste e Strade Principali, pubblicata a Roma nel 1695 e disegnata da Giacomo Cantelli da Vignola geografo del duca di Modena, fu una delle prime carte postali italiane. Nelle carte prodotte dal Settecento fino all’Ottocento avanzato comparivano due aspetti tecnici postali oltre all’indicazione delle stazioni: la segnalazione dei diversi tipi di servizio postale che vi veniva svolto e l’indicazione delle distanze, espresso in poste intese in termini di unità di tempo e non di lunghezza. Con la perdita dell’apparato ornamentale, in un’ottica di massima valorizzazione degli aspetti tecnici e funzionali, la descrizione pittorica della geografia dei luoghi lasciò posto alla caratterizzazione delle strade e dei servizi offerti.
Nate già alla fine del Cinquecento e moltiplicatesi a partire dal Seicento, le guide di viaggio rappresentano una fonte altrettanto indispensabile per la storia postale in virtù della ricchezza di piante, itinerari, schizzi cartografici e descrizione dei luoghi, che vi sono contenuti. Le guide indicano i collegamenti stradali, gli itinerari con le fermate di posta, gli alberghi sulle strade, le fiere più importanti; aggiungono poi di solito interessanti descrizioni delle principali città attraversate e offrono numerosi elementi per la ricostruzione delle condizioni materiali del viaggio. Rappresentano in definitiva una fonte primaria per la ricostruzione del servizio postale e della rete delle strade postali in Europa.

Numerose sono anche le fonti di origine filatelica, costituite in gran parte da collezioni donate da privati. Fra queste la Raccolta collezioni filateliche e gli archivi della Federazione fra le società filateliche italiane, dell'Unione Filatelisti e dell'Associazione Filatelica Pratese occupano dodici metri lineari dell'archivio dell'Istituto. Il Fondo documentario Giovanni Riggi di Numana delle tariffe postali italiane consiste in dieci scatole contenenti buste e altri invii postali raggruppati per periodi tariffari.

La Biblioteca specializzata dell'Istituto, che unica in Italia aderisce all’International Philatelic Library Association (IPLA), di cui fanno parte musei e biblioteche postali di tutto il mondo, è interamente consultabile on line; vi sono conservati oltre 13.000 fra volumi e opuscoli e oltre 32.000 schede. La tipologia di scritti, estremamente varia sotto ogni aspetto, attiene alla materia postale nella sua accezione più ampia.

Altrettanto fondamentale per gli studi di storia postale, l’Emeroteca conta quasi duemila testate periodiche italiane e straniere in parte in collezioni complete.

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