Archivi in Toscana

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Visita effettuata nei giorni 14 e 23 aprile 2015

Sopralluogo all'Archivio minerario della Nuova Solmine


Visita a cura di Renato Delfiol

Soprintendenza Archivistica della Toscana

 

Nei giorni 14 e 23 aprile 2015 è stato recuperato il settore di archivio minerario appartenente alla Nuova Solmine, ma depositato ed in possesso del Comune di Massa Marittima. L'archivio era stato già riordinato molti anni fa dalla D.ssa Angela Quattrucci, col contributo dello Stato, quando era conservato ancora presso un vecchio edificio nel centro abitato di Massa Marittima.

Giova per informazione ricordare le vicende di questo archivio che sono un segno di fattiva collaborazione tra privati, enti locali ed Amministrazione archivistica. A partire dalla metà degli anni ’80 la Soprintendenza contribuì alla individuazione e al recupero degli imponenti archivi minerari conservati in Toscana sia nella zona mercurifera del Monte Amiata che nelle Colline Metallifere del Grossetano.

In quest’ultima zona molta documentazione si trovava già nella città di Massa Marittima mentre altra fu recuperata presso le singole miniere e portata a Massa Marittima, dove fu collocata prima nei locali annessi al convento di S. Piero all’Orto e poi in uno stabile di proprietà della ASL e detto del “Monte Regio”. L’amministrazione comunale di Massa Marittima, come già quella di Abbadia S. Salvatore, si dimostrò molto interessata alla salvaguardia degli archivi minerari che riflettevano un’attività per molto tempo centrale nella zona e alla quale aveva collaborato una gran parte della popolazione.

Dopo il recupero fu deciso l’ordinamento e l’inventariazione del complesso archivistico e fu deciso di selezionare la documentazione del Personale, che aveva anche un interesse contingente perché avrebbe permesso la ricostruzione di alcune carriere di ex-minatori. I lavori, affidati ad Angela Quattrucci, furono condotti col contributo dello Stato e fu deciso di uscire con un primo volume di inventari, cosa che avvenne nel 1999 (Gli archivi minerari di Massa Marittima carte e documenti delle Società Montecatini, Montedison, Solmine e società incorporate, vol. I I documenti dell’amministrazione del personale, a cura di Angela Quattrucci, Napoli, Edizioni Scientifiche italiane, 1999, con allegato floppy da 3,5”).

L’inventariazione comprendeva circa 8000 unità cui se ne aggiunsero altre 1500 circa appartenenti ad altre serie. Nell’edificio del Monteregio la documentazione non inventariata era mantenuta in casse, nelle condizioni in cui era arrivata dalle miniere. Con un intervento effettuato da funzionari della Soprintendenza verso il 2005 fu effettuata una selezione e gli atti importanti vennero collocati su scaffali mentre si decise di eliminare documenti minuti, riviste e dépliant che si trovavano in gran numero. Lo scarto però non fu effettuato e molta documentazione rimase sul posto, mentre l’edificio, pur chiuso anche con porte blindate, rimaneva abbandonato a sé stesso dopo l’abbandono di ogni attività da parte dell’ASL. Nel 2012, contando anche su contributi del Parco Minerario, il Comune di Massa Marittima iniziò i lavori di trasferimento dei documenti dalla sede suddetta in una nuova sede, nel frattempo restaurata anche col contributo dell’Unione Europea, presso la miniera dismessa di Niccioleta. La sede, ottima dal punto di vista ambientale, fu attrezzata con scaffali di tipo compact per uno sviluppo di circa 300 metri lineari e vi venne collocato il materiale archivistico, previa spolveratura ad opera di una ditta specializzata. Iniziavano, anche con nuovi contributi dello Stato, i lavori di riorganizzazione delle carte ad opera di Roberto Baglioni, incaricato dalla Soprintendenza e di Simonetta Soldatini, incaricata dal Comune, lavori che hanno condotto per la quasi totalità dei documenti ivi conservati, alla distribuzione in uno schema delle serie. Rimaneva nella sede del Monteregio la documentazione già riordinata, in attesa di un nuovo progetto di recupero-spolveratura. Nel luglio del 2014 ed ancora nel 2015, sconosciuti penetravano all’interno dei locali, utilizzando delle finestre che erano apparse per la loro posizione inaccessibili e scompaginavano buona parte del materiale, la seconda volta appiccandovi anche il fuoco. Reperiti i fondi per un nuovo intervento, il recupero dell’archivio è stato effettuato  negli ultimi giorni di aprile 2015. Il Comune ha messo a disposizione camioncini, casse e personale mentre la Soprintendenza ha incaricato il Dr. Roberto Baglioni e il Dr. Renato Delfiol. Ai lavori hanno attivamente partecipato, in qualità di volontarie, anche la D.ssa Gaia Baglioni, archivista libero professionista, e la D.ssa Simonetta Soldatini, collaboratrice del Comune.

Nel corso delle due giornate di intenso lavoro, la maggior parte della documentazione ha potuto essere prima riposta sugli scaffali e poi inscatolata per il trasferimento al Centro di documentazione di Niccioleta. La documentazione è stata, nell’immediato, posta sul pavimento, sopra appositi teli impermeabili per salvaguardarla da ipotetiche infiltrazioni umide dal pavimento; ciò in quanto gli scaffali non sono ancora disponibili, essendo gli stessi sui cui era originariamente collocata la documentazione; essi saranno a breve smontati e rimontati nella nuova sede. E’ parso anche opportuno tenere separata la nuova documentazione da quella già presente nell’archivio in attesa della spolveratura. La documentazione proveniente dal Monte Regio, che assomma ad oltre 9000 unità, è stata collocata infatti in un locale separato.

Non è stato possibile recuperare alcune unità che sono state incendiate, ma si tratta di pochissime decine di pezzi appartenenti alle serie della retribuzione del personale. L’incendio ha coinvolto, per fortuna, soprattutto il materiale a suo tempo accantonato per lo scarto. La maggior parte delle unità ha mantenuto le fustelle recanti la segnatura corrispondente all’inventario; le altre saranno riconosciute sulla base del loro contenuto, dei numeri mancanti e dell’inventario esistente. 

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